Cittadini Illustri

CARDAMONE SANTE



Cardamone Sante nacque a Parenti l' 11 aprile  del 1800 da Antonio e Rosaria Manfredi. Morì a Cosenza il 10 novembre del 1873. Fu Rettore del Seminario cosentino, Vicario Generale delle Diocesi di Cosenza. Fu Presidente dell'Accademia Cosentina e V.M. Greco nel commemorarlo fra i consoci,accennò alle molte opere in latino ed in Italiano; manoscritti,che sono documenti non dubbi della sua  sapienza e del suo genio. Entrò in polemica con un certo Giuseppe Carile,ministro evangelico metodista: di lui e di questa polemica la pubblicazione di ' Assurdità ed imposture dei protestanti del P.Gesualdo da Cardinale.



 



PASQUALE CARDAMONE  senior (1820-1886),figura eminente di studioso della storia calabrese,di valente disegnatore e di giurista,che fu anche Sindaco di Parenti e poi di Rogliano;



 



DOMENICO CARDAMONE   (1843-1896)  avvocato insigne e saggio Presidente della Deputazione Provinciale di Cosenza,nonché autore di importanti scritti giuridici;



 



EMILIO CARDAMONE (1850-1896)   avvocato di grande valore e molto versato in Diritto feudale;



 



VINCENZO CARDAMONE (1863-1938)  stimato Prefetto e conoscitore profondo del Diritto Amministrativo.



 



CARLO CARDAMONE (1884-1911)  giornalista brillante,delicato poeta ed avvocato accorsato, che fu anche Sindaco di Parenti;



 



ALFONSO CARDAMONE,brillante Direttore del famoso giornale cosentino ' La Lotta ',giornalista vivace e profondo che fu pure Direttore della Biblioteca Civica di Cosenza prima e Direttore dell'Archivio Provinciale di Stato di Cosenza dopo.



 



PASQUALE CARDAMONE JUNIOR ( 1885-1962)   affermato avvocato civilista e probo amministratore pubblico;



 



GIULIO GIUSEPPE CAMILLO  GRANDINETTI ( 1875-1953)  medico valente e disinteressato;



 



ARMANDO CARDAMONE (1893-1965)  che collaborò,in campo nazionale,al sorgere ed allo sviluppo dell' I.N.P.S. di cui fu stimato Capo dei Servizi Ispettivi;



 



ALBERTO CARDAMONE ( 1891-1974) che fu per più anni a capo dell'Amministrazione comunale di Parenti,distinguendosi per il suo galantomismo;



 



CESARE CARDAMONE (1888-1975)  Prefetto esimio,Direttore Generale del Ministero dell'Interno e Consigliere di Stato;



 



ROBERTO CARDAMONE   nacque a Parenti il 15 agosto 1879 e morì a Cosenza il 20 marzo 1929.



Conseguita la licenza liceale presso il Liceo Classico  ' B.Telesio ' di Cosenza,si scrisse all'Università di Napoli ove conseguì la laurea in Giurisprudenza,con una interessante tesi in Diritto costituzionale. Terminati gli studi universitari,ritornò in Calabria e fu prepotentemente attratto dal giornalismo e dalla vita politico-amministrativa del Cosentino. Fu,perciò, apprezzato collaboratore di importanti giornali e riviste ed i suoi scritti di natura prevalentemente politico o economica,si leggono ancor'oggi con vivo interesse.



Quale rappresentante del Collegio di Rogliano, fu , per più di vent'anni (1903-1925) , combattivo Consigliere nell'Amministrazione Provinciale di Cosenza,interessandosi dei più svariati problemi della Proovincia Cosentina e del Meridione ( e , in particolare della viabilità,dell'istruzione e dell'industrializzazione del Cosentino,con particolare riguardo alla Sila ) con competenza,probità,lungimirante passione e spirito profondamente democratico.



L'avvento del Fascismo lo trovò all'opposizione e ,incurante dei pericoli cui andava incontro,manifestò coraggiosamente,in maniera sprezzantemente polemica,in ogni circostanza,la sua avversione alla politica mussoliniana. Per questo suo intransigente atteggiamento antifascista,fu perseguitato e,arrestato,subì anche un clamoroso processo penale.



Il Cardamone fu anche un brillante conferenziere e fu membro del Consiglio di Amministrazione della Biblioteca  Civica di Cosenza. Ricoprì numerose altre cariche pubbliche,attendendo con serietà e rettitudine ai correlativi impegni. Secondo Mario Borretti,nel suo libro ' Fatti e vicende della Fondazione Pezzullo ' il Cardamone  portò  ovunque il suo contributo di cultura e fu ammirato per la sua onestà. Secondo Antonio Guarascinel suo libro ' Politica e Società in Calabria dal Risorgimento alla Repubblica' Cardamone rappresentò a Cosenza una presenza culturale e un'apertura non trascurabile verso i problemi del tempo'.



RAFFAELLO CARDAMONE



Raffaello Cardamone nacque a Parenti i 9.03.1844. Ebbe –insieme ai suoi numerosi fratelli,divenuti tutti valenti   professionisti-come suo primo maestro Francesco Acri(rivelatosi poi uno dei più grandi filosofi italiani dell’Ottocento)ed indi si avviò al Sacerdozio ed agli studi umanistici,conseguendo la laurea in Lettere,con brillante votazione, presso l’Università di Napoli.



Si dedicò,poi,all’insegnamento e per circa quarant’anni fu professore insigne di Lettere al  Liceo Ginnasio<B.Telesio>di Cosenza ,ad eccezione dei pochi anni di insegnamento al Liceo Ginnasio di Catanzaro ed al Liceo Ginnasio di Potenza.



Il Cardamone è noto soprattutto per la sua attività letteraria che gli valse, da parte di eminenti studiosi,gli appellativi di< calabrese che onora la Calabria> e di< letterato profondo ed acuto> e che si estrinsecò in tre diverse  manifestazioni:poesia,critica e traduzioni.



<Il Cantico sull’Italia> e <L’Eco dell’anima giovinetta> sono due prime opere poetiche e ad esse seguirono il delicato<CHEZ-SOI> e <Preludi> carmi di squisita fattura.



Sono evidenti nelle composizioni poetiche del Cardamone sprazzi di vera e grande poesia,ma la sua vena poetica , purtroppo,spesso si perde in riecheggiamenti di poeti classici o contemporanei che,se rivelano la profonda cultura del pur giovane poeta,non rinvigoriscono certo la vis poetica del Nostro.Molto importante,dal punto di vista storico,è <Il canto  sull’Italia > che denota,la ferfida partecipazione dell’autore al movimento unitario nazionale.



<Studi di letteratura>,<Del Teatro> e <Intorno al XXVlll Canto dell’Inferno di Dante> sono studi critici di notevole importanza che mettono in luce la profonda cultura del Nostro   e la tendenza a  cogliere il motivo ispiratore delle opere d’arte ed il filone centrale del teatro dall’origina fino ai tempi moderni. Ed in tutta la sua  produzione critica primeggia l’idea centrale dell’estetica Cardamoniana che considera <le lettere come mezzo alle conoscenze dello spirito e come splendida manifestazione delle meraviglie di Dio nella parola>.



Discepolo di Vito Fornari,il Cardamone,in sostanza,non si staccò mai dal canone estetico che l’arte è uno dei tanti mezzi  per conoscere ed onorare Dio.



L’arte del tradurre,però,fu la precipua dote della personalità letteraria del Cardamone. Seppe trasferire in perfetta lingua  italiana le più interessanti opere di S.Agostino e di S.Bonaventura, interpretandone la forma e l’alto contenuto filosofico e religioso e ci diede in versi italiani la più bella traduzione del <Cantico dei Cantici>.



Ma il mondo poetico anglosassone fu la materia di studio preferita dal Car-damone,insigne poliglotta. Si cimentò dimostrando una non comune tendenza alla poesia-nella traduzione in versi italiani di molte poesie dell’Hemans,del Montgomery,del Grant, del Longfellow e di numerosi altri poeti,pubblicando le traduzioni in giornali e riviste e,quindi,ripubblicandole in volumi,più volte ristampati.



Il suo fu perciò un paziente lavoro di penetrazione e di espressione che curò in tutti i suoi particolari,rielaborano spesso le traduzioni alle quali conferì sempre una maggiore e più naturale forza espressiva poetica.



<La Divina Tragedia > e <Lo studente spagnuolo>,le più importanti opere del Longfellow, furono tradotte dal Cardamone nel più perfetto  e moderno stile dialogico italiano,rimanendo salva nel contempo la fedeltà ai testi stranieri. Tali traduzioni costituiscono dei veri e propri capolavori in lingua italiana che denotano la forza comunicativa,la padronanza della lingua inglese e lo stile del Cardamone nel far rivivere in italiano dei capo lavori stranieri. E va da sé che,a parte l’aspetto estetico,le traduzioni dei due capolavori del Longfellow si pongono anche come esaltazione della fede cristiana e della forza morale della donna e cioè,come esaltazione di tutto il cristianesimo che fu il punto d’incontro tra  il Cardamone ed il grande Longfellow.



Una raccolta di < Proverbi calabresi> rivela l’interessamento del Cardamone anche per il dialetto della Calabria e lo <Schizzo geografico dell’America e della Oceania> conferma la vasta cultura dell’autore. Celebri sono anche le sue orazioni sacre ed apprezzabili sono le traduzioni di alcuni passi di Virgilio.



Non si può chiudere,però,questo scritto senza ricordare le benemerenze del Cardamone nel campo della Scuola e della Chiesa.



Egli  inculcò in tutti i suoi discepoli non solo l’amore per lo studio,ma principalmente una concezione più umana della vita basata sulla fede cristiana.  Il suo insegnamento mirò essenzialmente a formare le coscienze arricchendole di  principi religiosi e morali,e non di sole nozioni culturali, e divulgando tra i suoi discepoli i passi più importanti della Sacra Scrittura anche a mezzo delle sue traduzioni.



Il Cantico dei Cantici,nella traduzione cardamoniana,andò,infatti,a ruba tra gli studenti delle diverse scuole ove il Cardamone insegnò.



E neanche mancò all’insegnamento del Cardamone,nel pieni rispetto verso la Chiesa, il culto dell’amor  di patria,che egli sentì fin dai primi suoi anni,esprimendolo nel patriottico <Canto sull’Italia>.



E nonostante la sua multiforme attività letteraria ed educativa,Raffaelo Cardamone non tralasciò i suoi doveri di cittadino e di sacerdote parentese.



E,sotto questo aspetto,costituiscono l’opera più bella del Cardamone l’ampliamento e la restaurazione della Chiesa Madre di Parenti,per la quale profuse generosamente fondi propri e ne reperì altri mediante pubbliche sottoscrizioni alle quali fu unanime l’adesione dei Parentesi,incitati dallo esempio del Cardamone.



Non pago di ciò,d’accordo con i fratelli-in esecuzione di un disegno paterno-il Cardamone costruì,nell’abitato del paese,un’artistica nuova Chiesa che volle intitolare a S.Pasquale,in onore del suo compianto genitore Pasquale.



Raffaello Cardamone,morto il 10.05.1916,va perciò onorato dal suo paese natale non solo come letterato,ma anche come sacerdote,educatore e soprattutto come cittadino esemplare ed amante di Parenti.



Per dare un’idea più precisa dell’attività letteraria del Cardamone, pubblichiamo l’elenco delle sue opere e quello degli  scritti su Raffaello Cardamone.


OPERE DI RAFFAELLO CARDAMONE



1 )  Canto sull’Italia.



2 )  In morte della Sig.ra Vincenza Mirabelli-Domenico.



3 )  Proverbi Calabresi.



4 )  L’Eco dell’anima giovinetta.



5 )  Studi di letteratura.



6 )  Preludi e Chez-Soi.



7 )  Lo studente spaguolo.



8 )  Dell’episodio di Laocoonte.



9 )  Traduzioni dall’Inglese.



10)     Della  Musica



11)     Nuove traduzioni dall’Inglese.



12)     Del risorgere dal peccato a grazia.



13)     Schizzo geografico dell’America e dell’Oceania.



14)     Del Teatro.



15)     Il peccato del poeta.



16)     Verginità.



17)     Vestigia d’Angeli.



18)     Intorno al  XXVlll Canto dell’Inferno.



19)     La Divina Tragedia.



20)     Il Cantico dei Cantici.



21)     Traduzioni da poeti inglesi.



22)     Panegirico di S.Liberata.



23)     L’Episodio di Aristeo.



24)     I Soliloqui.



                                                                           MS



 



DON CARLO NOE'



SACERDOTE CONFINATO A  PARENTI (1917-1919)



 



Parenti, paese situato tra le montagne della Sila piccola,è stato paese di confino di Don Carlo Noè,un Sacerdote nato a Dosson di Treviso  nel 1878 e morto ad Asolo il 7 febbraio 1960, lasciando in tutti un ricordo incancellabile fatto di bontà e di fede, di povertà e di dedizione ai suoi fedeli.



La presenza di Don Carlo a Parenti, dal nov.1917 al 15.05.1919 è riscontrabile nei registri della parrocchia e nella memoria  di qualche novantenne come   Ligia Lupia che lo ricorda molto bene come un Sacerdote che sapeva accogliere i bambini e dedicarsi alla cura delle anime.



Nella trascrizione di un battesimo annotava con tristezza: “Carmine Michele Sgroe di Alfio  nato l’otto maggio alle ore 9,battezzato,in pericolo di morte, dalla levatrice Siriani Maria Teresa fu Antonio, fu portata oggi al santo fonte battesimale e battezzata solennemente ’ sub conditione ’ dal Sac .Carlo Noè Esule della Diocesi di Treviso “.



La presenza dell’esule a Parenti è stata  molto edificante come afferma una lettera del Sindaco di allora,Alfonso Cardamone al Vescovo di Treviso.



 



Comune di Parenti



Prot. 563 del 17.05.1924



 



 



 



 



Al Vescovo di Treviso



Andrea Giacinto Longhisi



 



Perché l’ E.V. abbia conoscenza della relazione che io nel 1919 spedii alla Questura di Traviso sul Sacerdote Don Carlo Noè,qui confinato come sospetto di propaganda disfattista,mi affretto a riassumerla qui ad evitare che possa restare a carico di detto Sacerdote qualsiasi ombra che ne offuschi l’alta rettitudine e patriottismo.



Poiché la formula adatta a carico del Noè dall’autorità politica che ne dispose il confino,era davvero allarmante,io procedetti ad una attiva sorveglianza attorno al Sacerdote cosicché nulla mi sfuggisse. Se nonché bastarono pochi giorni per convincermi che il Noè non era un perseguitato,ma vittima di orditi infami e di più infame macchinazione.



Lo misi in completa libertà,anzi gli permisi di esercitare fuori del comune il suo ministero. Dovunque egli riscosse la pubblica ammirazione per la santità della vita,la sicurezza del sentimento cristiano.



Io raramente mi sono incontrato con un pastore d’anime che con maggiore altezza di sentimenti esercitasse la sua ardua missione.Dopo tutto in questi momenti di crisi gravissima della coscienza e con l’accusa che gli pesava sul collo,egli attinse e suscitò cristiana ammirazione..



Data la restrizione a cui si era costretti nella distribuzione dei generi alimentari,egli ricorse spesso a me per supplementi,e di questi,che non gli furono mai negati,egli usò non per sé,ma per i suoi poveri e per i suoi ammalati,ai quali specialmente  egli dedicò tutte le sue energie,incurante di pericoli e sfidando seriamente le epidemie.



Questo riassunto,che io dedico alla S.V. è vera genuina espressione della verità,scrupolosamente osservata e rigorosamente controllata.



Con profondo ossequi.                                               Il Sindaco



                                                                                Alfonso Cardamone



 



BRUNI CARMELO



Bruni Carmelo nacque a Parenti il 1873 e morì a Napoli il 2.08.1951. Scienziato di fama internazionale ottenne una cattedra di Urologia nell'Università di Napoli. Discepolo del celebre chirurgo Jallozzi-con due borse di studio meritatamente ottenute-frequentò la clinica chirurgica del  dottore Gujon nell'Ospedale Necker di Parigi e le  Scuole medico-chirurgiche di Vienna e di Berlino. Tornato in Italia,ebbe discepoli e clienti numerosissimi,che gli rimasero devoti fino alla sua tarda,ma sempre vegeta vecchiaia. La sua dottrina,larga e profonda,gli aprì le porte delle maggiori Accademie scientifiche italiane ed estere,dove apportò il valido contributo della sua mente eletta e della sua provata esperienza. Fu apprezzato collaboratore de ' La Rivista Medica ',de ' Il Policlinico ', de ' Il Giornale Internazionale  della Medicina ', de ' La Chirurgia Speciale ' , del ' Monatsberichte fur Urologie ' , del ' Wiener Medicinischen Wochesshrift '. Acquietava le sue fatiche quotidiane - nella sua Clinica,all'Università,all'Ospedale - con sereni studi.Il fervido amore per la Calabria gli fece guardare con orgoglio  a coloro che la onorano,dei quali si rese valorizzatore e propagatore austero ed entusiasta. Pubblicò moltissimi studi in italiano,francese e tedesco.



LUPIA  LORENZO



Lorenzo Lupia,di Giuseppe e Cardamone Michelina,nato a Parenti (cs) il 9 giugno 1896,coniugato con quattro figli,sarto,pensionato di guerra del governo U.S.A.,socialista massimalista. Giovanissimo entrò a far parte del P.S.I.,partito cui è rimasto iscritto sino alla morte.



Per le sue idee,durante il famigerato ventennio fascista fu perseguitato e confinato. Dopo un sommario processo celebratosi l'11 novembre 1926,il successivo il 12 novembre 1926,arrivò al confino. La sua colpa,quella di avere svolto,quale Segretario della disciolta sezione del Partito Socialista,attiva propaganda in tutti i comuni della circoscrizione di Rogliano, mantenendo,anche in seguito,assidui contatti con l'ex deputato Pietro Mancini ed ostacolando la propaganda fascista tra le masse.



Assegnato al confino per tre anni dalla C.P. di Cosenza con ordinanza del 18 novembre 1926. La C di A. con ordinanza del 22 novembre1926 respinse il ricorso. Fu assegnato prima alla sede di confino di Favignana e successivamente di Lipari,ove conobbe Carlo Rosseli, Nitti ed Emilio Lussu. Fu liberato il 6 aprile 1928 per commutazione della pena in ammonizione. Trascorse in carcere e al confino un anno,quattro mesi e 26 giorni..



Ritornato dal confino, anzicché  essere intimorito dal periodo passato in carcere,continuò la sua lotta senza tregua per il trionfo delle idee di giustizia sociale e di libertà che avevano improntato la sua vita. Memorabili le sue lotte alla testa dei contadini e dei braccianti parentesi,per strappare alle baronie la terra da coltivare  e per impedire che la nascente riforma agraria venisse utilizzata contro gli interessi del popolo ed a favore di quelli dei proprietari terrieri.



Combattè  attivamente il fascismo con tutte le sue forze e con i mezzi a sua disposizione.



In occasione delle prime elezioni libere dopo la caduta del regime fascista,ottenne un concenso plebiscitario e venne eletto Primo Cittadino. Carica che mantenne per oltre un trentennio,amministrando la 'Cosa Pubblica' con rigore,oculatezza e principi democratici. E rimase Sindaco di Parenti sino alla sua morte che colse,nel suo Paese natale,il 21 aprile 1975.



SENATORE MIMMO GAROFALO



Nato a Parenti il 15.04.1942 frequenta il liceo classico 'Telesio' a Cosenza e poi la facoltà di scienze politiche a Roma. Interrompe gli studi e si dedica a tempo pieno all'attività politica. Fra la fine degli anni ' 50 e i primi anni 60' è dirigente della FGC Calabrese.



Nel 1969 è segretario del P.C.I. Cosentino e nel 1973 inizia la sua esperienza di sindacalista nella C.G.I.L. prima come segretario della Camera del Lavoro di Crotone e poi segretario aggiunto nella segreteria Regionale.



Viene eletto Senatore per la prima volta nel 1987 nelle liste del  P.C.I. nel Collegio di Cosenza. Nel 1990 è eletto Sindaco di Dipignano e nel 1992 è rieletto al Senato nelle liste del P.D.S. Nelle elezioni del 1994 si ripresenta con il Fronte dei Progressisti e per la terza volta è confermato Senatore di Cosenza.



A Palazzo Madama è membro e segretario della Commissione Finanze;membro dell'Antimafia e della Giunta per le autorizzazioni a procedere;Segretario della Commissione  d'Inchiesta per lo scandalo della  B.N.L.



Muore a Cosenza il 23.02.1995



MARCELLO GUARASCIO



Nasce a Parenti il 02.01.1939 dal padre Giorgio e dalla madre Marchio Carlotta. All'età di cinque anni inizia a frequentare la Scuola Elementare di Parenti,terminate le prime cinque classi,sostiene gli esami di ammissione e si iscrive alla Scuola Media  Statale di Rogliano. Nel 1957 consegue il diploma di abilitazione Magistrale presso l'Istituto " L. Della Valle di Cosenza. Nel 1958 partecipa al concorso nazionale per l'insegnamento nella Scuola Elementare e ne risulta vincitore. La sua prima sede di servizio fu Guspini in provincia di Cagliari. Si iscrive all'Università- Facoltà di Magistero di Roma -e nel 1968 consegue la laurea in Pedagogia avendo come relatore il sociologo Ferrarotti.  Nel 1974 insegna Materie Letterarie nella Scuola Media Statale di Parenti divenendone Preside l'anno scolastico successivo. Dopo avere conseguito l'abilitazione in Filosofia,Storia,Pedagogia e Psicologia partecipa al Concorso Nazionale indetto dal Min.P.I. come Preside nella sezione Classica- Scientifica-Magistrale e ne risulta idoneo. A coronamento della lodevole carriera,viene nominato dal Ministero P.I.  a dirigere l'Istituto Magistrale di San  Gavino in provincia di Cagliari,in quell'isola,la Sardegna,ove giovanissimo,aveva iniziato l'attività di docente. Nell'anno 1999 da S.Gavino fu trasferito a Messina ma all'improvviso una gravissima malattia lo porterà alla morte avvenuta il 05.10.1999. Marcello Guarascio,aveva saputo coniugare l'impegno di educatore con la passione politica sin dagli anni della sua giovinezza. Partecipò attivamente alla  vita politica ricoprendo diversi incarichi  nel Comune di Parenti. Dal 1975 al 1980 fu Consigliere e Assessore allo Sport nell'Ente Provincia di Cosenza. Per anni si era diviso tra Scuola e politica,sia a Parenti che a Cosenza,costruendo con i suoi studenti e con i cittadini quel rapporto ideale che è presupposto per la crescita di una visione laica e matura della realtà.Coltissimo assertore di una sinistra carica di tensioni utopiche ebbe come cardine del suo vivere il rispetto di tutti.



                    GUARASCIO IVAN



 



SORRENTINO ADELFO



Adelfo Sorrentino nacque a Parenti il 18.06.1908 e morì il 18.06.2003.All’età di 25 anni ,appena sposato,cominciò la sua attività di commerciante con la gestione di un bar e di un piccolo albergo. Comprò in seguito la casa del suo parente D. Luigi Maletta che adibì a bar-generi alimentari e tabacchi.Per ben 42 anni è stato Esattore  e letturista delle bollette della luce,prima della Società Elettrica e poi dell’Enell al Comune di Rogliano,Parenti e Saliano.



Dal 1 luglio 1933  al 30 agosto 1946 ha gestito l’Ufficio Imposte. Dal 1947 fino alla sua morte è stato presidente dei commercianti del Comune di Parenti.E’ stato il fondatore del sindacato degli anziani del commercio. Il 26 ottobre al Palaeur ha partecipato ai festeggiamenti dei primi venti anni della fondazione.E’ stato componente della Commissione Comunale del commercio di Parenti per il rilascio delle licenze durante tutta l’amministrazione Lorenzo Lupia e le successive amministrazioni.Consigliere Comunale di minoranza durante l’amministrazione Lorenzo Lupia.Usciere delle conciliazione di Parenti per diverse decine di anni.Per tutto il suo onesto lavoro si è meritato le seguenti benemerenze:



Il titolo di maestro del commercio per ben 62 anni.



Premio aquila d’oro da parte della Ferracom di Roma il 15.02.1976.



Diploma con medaglie d’oro da parte della Camera del Commercio Industria e agricoltura di Cosenza.



L’onorificenza di cavaliere del lavoro da parte del Presidente della Repubblica Italiana il 2.06.1970.



All’età di 95 anni si è spento all’ospedale  di Catanzaro.



 



 



      ARIOSTO PONTERIO


 



 



 



Ariosto Ponterio nacque a Parenti il 18.12.1929 da Pietro Ponterio e Annunziata Mantovani. Frequentò il liceo scientifico A. Genovesi di Salerno;iscritto all’università di Messina alla facoltà di economia e commercio,non terminò gli studi per frequentare il corso di allievo ufficiale;si congedò con il grado di Sotto Tenente di Fanteria.



Nel 1954 venne assunto dall’amministrazione dell’O.V.S. come contabile,nel 1958 svolse la mansione di segretario presso la Società Cooperativa A.R.F. di Bocca di Piazza;successivamente nel 1960 venne definitivamente trasferito alla sede di Cosenza come segretario amministrativo del medesimo ente; svolgerà questa funzione fino al 31.08.1990.



Dal 1986 entrò a far parte della U.S.S.L. N°12 di Rogliano come consigliere;subito nell’ottobre dello stesso anno venne eletto Vice Presidente del medesimo ente,rimanendo in carica fino alla data della sua morte il 13.10.1990.In questo  stesso periodo svolse la funzione di consigliere della  Comunità  Montana.


                                                                                                                Stefania Ponterio



ARTURO VELTRI



Arturo Domenico Veltri nasce a Parenti il sei marzo del 1922. Figlio di Eugenio e di Caterina Minardi. Eugenio era figlio di uno dei tanti Veltri  del basso tirreno cosentino e aveva risalito il Savuto costruendo mulini a acqua, fino a fermarsi a Parenti dove sorgono ancora i resti dell’ultimo mulino. Caterina era di Rogliano, della piccola borghesia locale, figlia di emigrato in America da dove era tornato possidente. I Veltri dunque erano “mulinari”, ma anche “carvunari”, e in ultimo industriali del legno, trasferendosi negli anni trenta del ‘900 a Cosenza, nella parte antica della città, e insediandosi per la lavorazione e la commercializzazione del legno a nord dell’area urbana, a ridosso di corso Mazzini. Era numerosa la famiglia di Eugenio, con fratelli e sorelle guidati rigidissimamente dalla mano ferma del capofamiglia, solo stemperata dai modi dolci di Caterina. Se si voleva studiare lo si poteva pure fare, ma non a discapito del gran lavoro manuale in famiglia. Arturo lo fece e diventò maestro, e partì per la guerra e conobbe Ida Rovito, in un raduno ecclesiastico a Assisi. Ida divenne sua moglie ed era religiosissima, educata dalle canossiane; Arturo lo era di meno. Nonostante le fortissime resistenze del padre, Arturo sposò Ida, a dicembre del 1946 e insieme andarono a vivere con la famiglia di lei. Famiglia di commercianti cui Eugenio era contrario perché da padre-padrone voleva in perpetuo esercitare il controllo sui suoi figli. I rapporti non furono mai felici con la famiglia di Eugenio e Arturo molto ne soffrì. Iniziò a insegnare a Donnici, a Pianecrati, a Parenti, viaggiando in littorina o con mezzi di fortuna, ma tornando sempre a casa, in via Carlo d’Aquino. Aderì a una cooperitiva di maestri che acquistò un suolo e edificò nel 1958 due palazzine, in prossimità di piazza Fera, dove Arturo, Ida e i primi tre dei cinque figli si trasferirono. Con la famiglia autonoma e cresciuta la soluzione del problema caldo-vacanze fu individuata da Arturo nella scuola estiva. Per più di dodici anni, da marzo a ottobre insegnò in una pluriclasse vicino Bocca di Piazza, nella Sila Piccola, a ridosso di un piccolo invaso dell’allora Società Meridionale Elettrica. Scuola con annessa piccola abitazione, in baracca di legno, dove la famiglia stazionava da luglio a settembre ma dove Arturo restava da solo per gli altri mesi. Poi chiese e ottenne il trasferimento a Cosenza, Torrealta prima, via Roma infine dove rimase fino alla fine del servizio, nel 1987. Ebbe riconoscimenti importanti: le richieste massicce, per anni e anni, di famiglie perché i loro figlioli fossero assegnati alle sue classi, e, formalmente, medaglia d’oro e due d’argento al merito da parte del Ministro della Pubblica Istruzione.  Ha formato intere generazioni di cosentini che mai hanno smesso di  contattarlo,  ricordarlo,  ringraziarlo per gli insegnamenti ricevuti e per l’impronta di vita che avevano raccolto dalle parole e dalle azioni del maestro Arturo. Cinque sono i figli di Arturo e di Ida Veltri, tutti cresciuti alla loro scuola di vita, fatta di onestà, operosità, rigore, studio, umanità; tutti professionisti operanti in Calabria. Nel 1993 l’anello di una vita, quello formato da Arturo e da Ida, si ruppe per la morte di Ida. Arturo mai più si riprese, non sapendosi dare ragione del fatto né trovando conforto in figli e nipoti, che pure adorava avendo speso per loro la propria esistenza. Ha sopravvissuto alla moglie fino al dicembre del 2006 quando si è ricongiunto a lei, in un’altra vita.



 



BATTISTA LUPIA



Il 21 marzo 1993 è morto a Cosenza Battista Lupia.  La sua scomparsa ha suscitato vivissimo cordoglio in città,tra quanti lo hanno conosciuto,ma soprattutto a Parenti,fra i compaesani che ne apprezzavano le doti di politico sottile e la profonda umanità che lo contraddistingueva. Egli era solito dire:” veniamo da una scuola nella quale ci è stato insegnato che la politica bisogna servirla “ e a questo insegnamento uniformò l’intera sua esistenza. Da giovane universitario,a Roma,spesso trascurando i suoi impegni di studente,cominciò a frequentare le sezioni del P.C.I.: erano gli anni “50”,gli anni in cui E.Berlinguer disegnava l’organizzazione giovanile comunista;erano tempi difficili,ma durante i quali grande era la tensione etica ed ideale che pervadeva il mondo della politica. Terminati gli studi,tornò a Parenti,e iniziò la sua attività di militante impegnato nella lotta per il riscatto della gente del suo paese e della Valle del Savuto. Nel 1964 fu candidato del P.C.I. al Consiglio Provinciale nel Collegio di Rogliano;non venne eletto,ma conseguì un risultato di grande rilievo e,soprattutto,suscitò in tutti i Comuni del Collegio, entusiasmo con i suoi discorsi appassionati ed una forte determinazione di riscossa. Nel 1970 fu eletto Consigliere comunale di Cosenza e quindi capogruppo del P.C.I. in seno allo stesso consesso cittadino. Nel 1975 gli venne rinnovato il mandato di Consigliere comunale di Cosenza e,nella giunta di sinistra che si costituì,gli fu affidato l’incarico di assessore all’urbanistica. Nell’assolvimento di tale incarico diede prova di competenza,di capacità,di intelligenza politica,di correttezza. Tali doti apprezzate senza riserve da amici ed avversari politici,avrebbero dovuto valergli incarichi di più elevato livello,ma non sempre in politica,ai meriti corrispondono riconoscimenti adeguati. Battista era uomo semplice,culturalmente onesto,non incline ai compromessi di basso profilo che sovente fanno la fortuna degli uomini politici.  Sicchè, dopo  l’esperienza amministrativa,continuò a lavorare per il suo partito,senza mai nulla chiedere,senza mai indulgere ad aspirazioni che,sebbene legittime, a lui sembravano inconciliabili con il suo stile di militante”puro”. Egli era fatto così,comprendeva tutto e tutti,sapeva ascoltare le ragioni di chicchessia pur restando fermo nelle sue determinazioni. Alla profonda passione politica unì un grande amore per il suo paese:parlava dei luoghi,delle persone,delle consuetudini di Parenti sempre con emozione;ogni anno,alla chiusura dell’anno scolastico,tornava tra la sua gente a trascorrere le vacanze estive che impiegava tra lo studio e lo svago,felice solo di poter respirare l’aria del borgo natio,affascinato dallo stormire delle fronde e dal venticello silano. E proprio qui,nel suo paese d’origine,ora riposa,tra le colline che ha sempre amato e qui il ricordo  di lui sarà imperituro. A me,che sono stato compagno e fedele amico di Battista,si unisce “ la Voce di Parenti,per rinnovare alla famiglia Lupia,il più vivo cordoglio.



                                                                                                                Marcello Guarascio



(Dalla Voce di Parenti,periodico informativo a cura di Celestino Pascuzzo )



 



DOTT. ERMANNO ANTONIO FEDERICO



Carissimo Don Mario,rispondo con gioia al suo invito, di ricordare la vita di mio padre che ha lasciato in me un grande vuoto. Questo vuoto quotidianamente si riempie nel ricordo di un grande affetto e un grande esempio di vita professionale che mi ha lasciato. Mio padre è nato a Spezzano Piccolo(CS) il 12/11/1926. Rimasto orfano di madre all'età di sei anni ed essendo figlio unico, ha vissuto col padre e una governante. Ha frequentato il Liceo Classico  "B. Telesio" di Cosenza e poi si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Modena. Ha sposato mia madre il 31/1/1954. Appena laureato ha esercitato presso l'Ospedale Civile di Cosenza per circa un anno; in seguito ha  esercitato la sua professione, come medico condotto, prima nel Comune di  San Sosti (CS)  e poi nel Comune di Rende(CS). Nell'anno 1961 ha vinto il concorso per il Comune di  Parenti dov'è rimasto fino al 1994. Nel Gennaio 1962 arrivammo a Parenti, completamente imbiancata di neve, io alunna di seconda elementare, papà e mia zia Concetta. Mancava mia madre perchè da pochi giorni era nato mio fratello presso l 'Ospedale di Cosenza. Dal 1962 la vita di mio padre è stata quasi tutta spesa nel lavoro e nella cura della famiglia, con vacanze sempre molto limitate. Gli ultimi vent'anni della sua vita sono stati accompagnati da problemi di salute, legati al suo cuore e sempre più crescenti. Questo problema l'ha affrontato con coraggio e serenità, per cui non è stato un impedimento a lavorare come pensava giusto fare nè mai di grave turbamento per noi figli. Ha concluso la sua vita terrena il 18/10/2007 con accanto la sua famiglia e soprattutto l'affetto grande dei suoi nipoti Francesco e Valerio. Un  grande  abbraccio a lei  e a tutta la gente di Parenti.



Maria Federico


 

 

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